LESSICO FEMMINILE di Sandra Petrignani

Editore: Laterza

Collana: I Robinson. Letture

Anno edizione: 2019

In commercio dal: 7 novembre 2019

Pagine: 188 p., Rilegato

EAN: 9788858138724

 

“La mia parola legata a quella di altre donne che mi hanno preceduta e nutrita, come un unico, variegato ‘canto’. Senza intenti enciclopedici. Solo una scelta personalissima e asistematica di autrici che affollano la mia biblioteca, le autrici di cui possiedo libri molto sottolineati, appuntati, deformati. Amati. Autrici che sono <<materia prima>>, parafrasando Biancamaria Frabotta in una nota del suo ‘Tutte le poesie’. Materia prima che dobbiamo immaginare…”

 

Questo è ciò che scrive nelle primissime pagine l’autrice di questo libro, Sandra Petrignani. Tempo fa vi ho già parlato di un suo libro, “La corsara” [http://labibliatra.altervista.org/la-corsara-ritratto-di-natalia-ginzburg/ ] che ho molto amato. Del resto amo i libri che parlano di libri. Opera citata anche nella recensione del romanzo “L’Arte della gioia” di Goliarda Sapienza [http://labibliatra.altervista.org/larte-della-gioia-di-goliarda-sapienza/]

Il volume è una fonte inesauribile di spunti per nuove letture o riletture, l’ormai famosa pila di libri sul mio comodino in attesa di lettura contiene ben tre delle numerose autrici di cui ci parla Sandra Petrignani.

Ho avuto il piacere di assistere alla presentazione di questo libro, il 24 Gennaio, presso la libreria Laterza di Bari ed ho avuto l’onore di conoscere personalmente l’autrice, che mi ha donato una bellissima dedica.

È stata l’ultima presentazione a cui ho partecipato, chissà quando potrò nuovamente prendere parte ad eventi come questo, il maledetto “distanziamento sociale” (orribile espressione coniata da qualche illetterato!) ci ha tolto anche questi bellissimi momenti di confronto .

Ritorniamo alla presentazione: in una libreria gremita di gente Sandra Petrignani, intervistata dalla giornalista Maria Grazia Rongo, ci ha fatto piacevolmente trascorrere qualche ora in compagnia sua e di altre grandi scrittrici.

Sarebbe prolisso raccontarvi di tutto l’evento, ma molti sono stati gli argomenti, sempre, ovviamente, inerenti l’opera.

Alla domanda su come avesse scelto le settanta scrittrici citate nel libro, Sandra Petrignani afferma che è stato semplice proprio grazie alla sua abitudine, secondo lei tutta femminile, di fare le orecchie e sottolineare i libri. Questo ha permesso una facilità di ricerca delle citazioni che voleva inserire. Sottolinea che ci sono tante scrittrici che non troveremo nel libro, un po’ perché per lei non erano significative , un po’ perché non avevano un filo conduttore con quelle citate e un po’ perché non ci ha pensato. Una grande assente è Louisa May Alcott, di questa non sa se perché non ci ha pensato o forse cadendo nel pregiudizio che fosse un’“autrice per ragazzine”.

Si è affrontato l’annoso tema della poca visibilità che le scrittrici hanno avuto ed hanno tutt’ora nel panorama letterario e afferma che questo libro è stato scritto anche per “mettere in vetrina pagine scritte da donne. Metter fuori la bellezza femminile”.

 

Prima di aprire questo blog scrivevo le mie recensioni su foglietti di carta che lasciavo inseriti nelle pagine lette e prima di decidere di pubblicare sui social network quotidianamente le frasi che di questi libri più mi avevano colpita, le scrivevo su piccole agende che tenevo sempre a portata di mano. Sandra Petrignani ci parla di libri letti e riletti, sottolineati e stropicciati, è bello sapere che non si è soli nelle proprie ‘manie’ da lettrice! E riesco quasi ad immaginarla avvicinarsi alla sua libreria e tirare fuori il libro giusto e cercare la frase sottolineata tanto tempo prima, quella che le serve per spiegare le sue emozioni, le sue sensazioni, i suoi dolori, quella frase che pacifica l’animo… la frase giusta che serve a lei per decifrare il “Lessico femminile”.

Sandra Petrignani ha composto questa sua opera con un certosino lavoro di ritaglio e ricucitura di frammenti di opere di molteplici scrittrici, il tutto rifinito dalla sua abile penna. Sin da subito questo libro mi ha fatto pensare ad un meraviglioso film di qualche anno fa, “Gli anni dei ricordi”, con Winona Ryder, dove un gruppo eterogeneo di donne si riunisce per realizzare una trapunta patchwork dove ogni quadrato narrerà la storia di ognuna di loro.

Sandra Petrignani suddivide il libro in dieci capitoli, dieci grandi temi, partendo dalla casa

“Torna l’idea che per una donna la casa un po’ è tana, un po’ è focolare, il centro di qualcosa che costituisce una comunità, un gruppo da difendere, figli da proteggere ed educare.”

l’amore, le relazioni,

“Cambiano le generazioni, ma in questo le donne non cambiano. A loro l’amore non basta, si accendono per il ‘racconto dell’amore’, a loro piace ‘fare romanzo’. […]

 Per una donna l’eros è molto più eccitante se intorno si forma un intreccio, non necessariamente d’amore (anche se con l’amore è meglio), basta che ci sia un gioco, un plot, una qualche forma di storia.”

le rivalità, i figli, la verità e il tempo che passa. Lo fa intessendo le parole e narrandoci frammenti di vita di grandi scrittrici, come Nina Berberova, Karen Blixen, Virginia Woolf, le due Marguerite, Yourcenar e Duras, Natalia Ginzburg, Elsa Morante, Anna Maria Ortese, Saffo, le sorelle Bronte, Zelda Fitzgerald, Colette, Annie Ernaux e Joan Didion, e tantissime altre.

“Capire qualcosa di più della mia stirpe, trovare il bandolo del nostro comune sentire femminile. Così ho legato la mia parola a quella di tante donne che mi hanno preceduta e nutrita, le scrittrici di cui possiedo libri sottolineati, appuntati, deformati. […] Ne ho seguito le orme, le ombre, le opere e i fatti della vita, per decifrare la tela di un pensiero e di un lessico nostri”.

Attraverso le parole delle scrittici da lei preferite Sandra Petrignani ci racconta il mondo delle donne, un universo complicato in cui tutto diventa più difficile rispetto agli uomini, anche oggi. Sottolinea quanto abisso vi sia tra uomo e donna, soprattutto quanto siano differenti i modi di percepire le emozioni. Il capitolo “Amore (inventato)” , forse il mio preferito, è probabilmente quello che fa più male ad una donna , vedere scritto lì, nero su bianco, di quanto ci si illude, di come alle donne

“ l’amore non basta, si accendono per il ‘racconto dell’amore’, a loro piace ‘fare romanzo’.”

Anche se poi, la consolazione è che siamo in ottima compagnia,

“Colpisce, e forse consola, che a ogni donna, quale che sia la sua provenienza, quale che sia la sua vita, può accadere di confrontarsi con la dipendenza sentimentale da qualcuno che non ricambia l’amore come desidererebbe.”

persino le grandi scrittrici che ammiriamo hanno avuto i nostri stessi rapporti difficili, se non peggio, come Zelda Fitzgerald o  Sylvia Plath, vittime anche dell’invidia professionale dei loro mariti.

Monta la rabbia, poi, quando l’autrice ci fa notare che Nabokov nelle “Lezioni di Letteratura”

“Dedica soltanto una delle sue lezioni a una donna scrittrice, Jane Austen, e solamente dopo le insistenze del suo amico critico Edmund Wilson, che in una lettera gli aveva scritto: <<Jane Austen val la pena di leggerla tutta; sono notevoli persino i suoi frammenti>>. Al che il grande Vladimir di rimando: << Grazie per il suggerimento per il mio corso di narrativa. Non mi piace Jane e, in realtà, sono prevenuto contro tutte le scrittrici. Appartengono a un’altra categoria>>. Ma poi cede su Mansfield Park, che giudica <<l’opera di una signora e il gioco di una bambina. Ma da quel cestino da lavoro esce una squisita arte del ricamo e in quella bambina c’è una vena di genio meraviglioso>>.”

E come lui molti altri, ancora oggi. È qualcosa che da donna non accetto!

“È stata una sonora lezione, ulteriore, di quanto poco ha contato, nel corso della storia, la voce femminile. E, purtroppo, di quanto ancora oggi faccia fatica a entrare nel canone.”

Tantissimi sono ancora gli spunti di riflessione di questo bellissimo libro, magistralmente scritto da Sandra Petrignani, un libro da tenere sempre a portata di mano, da aprire ogni volta che ci si sente sopraffatti dagli eventi, per leggerne qualche stralcio “all’occorrenza”. Che consiglio anche agli uomini, che, forse, potrebbero comprendere meglio il nostro “Universo parallelo”.

“Il senso della vita, che cercavamo all’inizio: vivere la vita nella sua interezza fino in fondo e consapevolmente e apertamente e con l’innocenza dei bambini ( come pensava la Arendt, come pensavano Duras e la Morante, e forse anche tutte le altre che non ce l’hanno detto).

Poi si vedrà.”

 

Dalla pagina Facebook di Sandra Petrignani

 

Frasi tratte dal libro, pubblicate sui miei profili Facebook e Instagram

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